Sim-plastilina La citta di pongo

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  Back   Home   Mail 07/01/2005   
   

Più i bambini crescono, più diventa difficile farli giocare con dei giocattoli materiali.

La televisione ed ancor più il computer, le due “macchine quadre”, sono come dei vortici di attrazione che richiamano come delle sirene al gioco virtuale. Neanche sobbarcarsi l’organizzazione di serate sociali invitando più bambini e ragazzini a casa propria riesce a limitarne il grande potere attrattivo.
 

Inglese.

   

Dopo poco, con aria colpevole, chiedono di poter accendere il PC, perché devono far vedere l’ultimo gioco, il livello a cui sono arrivati, spiegare qual è la strategia vincente e perché hanno perso proprio per un piccolo errore.

Seguono interminabili discussioni sulle strategie, con i capini tutti allineati di fronte al video.

Spiegava un bambino che giocava a “Age of Empire”: se ci sono dei ribelli, puoi provare a sterminarli tutti, ma di solito la cosa funziona solo se sono pochi e se ce la fai a raderli al suolo prima che si mettano in contatto con altri.

Se ce la fanno ad andare in giro a raccontare che hai cercato di sterminarli poi non ti riesce più di vincere. La cosa migliore è che salvi la partita prima di attaccarli, così se non funziona puoi sempre tornare indietro e cercare di negoziare.
 

Inglese

   

Mi domando cosa farebbe Bush se avesse salvato la partita prima di andare in Iraq, tornerebbe alla versione precedente ?
 

Inglese

   

Il bambino più piccolo gioca invece a Sim City.

Ce l’ha in versione inglese… ma tanto… non importa capire cosa dicono. Vedi mamma, per esempio, adesso c’è la Silvia (la consulente per l’ecologia del sindaco, vedo scritto nel pop up in inglese che lui non capisce), che è tutta arrabbiata con me.

La Silvia si arrabbia sempre quando faccio delle cose che non vanno bene per l’ambiente, adesso, per esempio, si deve essere arrabbiata perché ho costruito la discarica troppo vicino al parco giochi, adesso gliela sposto subito.

Passa di lì il fratello più grande, da un’occhiata al video e dice: “ Ma sei scemo ? Hai costruito la centrale nucleare proprio vicino all’aereoporto… se ti ci cade un’aereo sopra poi vedi come ti rieleggono !”

Poi però, qualche giorno fa…. La rivincita dei vecchi giochi da bambini primitivi.

 

Inglese

   

Il mio bambino stava al tavolino, con il portatile acceso ed una città di Sim-City visualizzata e su di un cartone, con un residuo di PONGO di quando era piccolo, stava ricostruendo un plastico, cercando di “riportare nel mondo materiale” la città costruita nel computer.

Mi sono sentita meglio. Ho comprato subito 3 confezioni di PONGO (2.5 euro l’una in offerta al supermercato).

La moda si è sparsa. Altri bambini di classe (4° elementare) hanno voluto fare la stesso gioco. Con una capacità organizzativa che sempre mi sorprende in dei bambini così piccoli, si sono divisi i compiti: tu fai l’IKEA, io la COOP, la scuola e l’ospedale, tu fai il parco giochi e la posta eccetera.

 

Inglese

 

Hanno anche deciso come dovevano confinare i vari plastici, di modo che i vari pezzi si potessero congiungere fra di loro a formare una città senza buchi. C’è stata un discussione su se fosse consentito o meno usare il DIDO’ al posto del PONGO. Sarebbe stato meglio di no, ma un bambino ne aveva una grande quantità azzurro ed è stato deliberato che poteva utilizzarlo per fare il mare ed il fiume, in quanto, acquistare altrettanto PONGO azzurro sarebbe costato troppo.
 

Inglese

   

Le case dovevano comunque essere rigorosamente di PONGO, i quanto il PONGO è modificabile anche dopo un po’ di tempo, mentre il DIDO’ secca.

Mi sono proprio divertita a vederli giocare e discutere. L’unico effetto negativo è che adesso ci sono in giro per la casa i plastici, che vengono conservati rigorosamente ed ingombrano molto di più del CD di Sim City nel cassetto, ma è un prezzo da pagare.

Per Natale però è arrivato di regalo ICEWIND DALE, un giochino di maghi, elfi e orchi che combattono contro il male. Le maghe e le elfe sono inoltre alquanto belloccie e scollacciate e la cosa comincia ad interessare, il PONGO è quindi caduto in disuso ed il plastico è rimasto ad impolverarsi, con buona pace della mamma che non sopporta le serate davanti alla “macchina quadra”.
 

Inglese

 

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